“LIBERA PROPORZIONE : 〈E.G.O.〉 abhorret plenum” (Trattato atecnico contro le assolutezze visive) – manifesto nove
Il perimetro entro il quale l’immagine filmica vive non appartiene a nessuno. Eppure qualcuno ha deciso, per tutti, di dilatare questo spazio già sufficiente andando oltre il campo visivo umano e creando nuovi spazi da riempire. Il prodotto generato da questa distorsione noi lo abbiamo sempre lasciato vuoto. Siamo essenzialmente legati alle sacre proporzioni dell’immagine filmica nativa, che rimane la soluzione più vicina all’equilibrio irrealizzabile fra gli eventi reali (orizzontali) e le loro analisi (verticali) e la cui sovrapposizione genera una griglia di concetti. Quello che ci dis-turba è la standardizzazione che espande le visioni laterali a scapito di quelle verticali. Noi diciamo che ciò che viene divulgato in maniera prepotente non deve essere mestamente accettato, ma messo in discussione. Abbiamo comunque deciso di accogliere queste proporzioni dissacratorie ma secondo il nostro modo di vedere: è al loro interno che ci manifesteremo, rimanendo sempre al di sotto del valore totale vigente (e di qualsiasi altro valore futuro) non aspirando mai alla assolutezza visiva e, se necessario, riducendo ulteriormente gli spazi scelti.
Invitiamo tutti a manifestarsi solo quando necessario, evitando di riempire e cominciando a togliere. Siamo consapevoli che tutto ciò è lontano dal realizzarsi ma non ci sentiamo soli e rivendichiamo un bisogno di spazi vuoti entro i quali i concetti possano spostarsi, sovrapporsi ed incastrarsi con altri e così costruire, senza riempire. Desueti per la nostra società, questi spazi vuoti altro non sono che concetti attualmente invisibili perchè non ancora noti e che mai affioreranno sotto il miope giudizio dei “detentori delle verità artistiche” che (per inerzia) conducono sottomesse indagini modaiole, estremamente parziali e immobilizzate sotto il peso degli ingranaggi del mercato.
Non ci ha mai spaventato l’horror vacui ma il pieno.
(2013)